Blob Calcio 2024: il mese di febbraio. L’Inter batte la Juve ma non è finita. I nerazzurri possono vincere la Champions. De Laurentiis licenzia, ma sempre in ritardo | OneFootball

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·24 Desember 2024

Blob Calcio 2024: il mese di febbraio. L’Inter batte la Juve ma non è finita. I nerazzurri possono vincere la Champions. De Laurentiis licenzia, ma sempre in ritardo

Gambar artikel:Blob Calcio 2024: il mese di febbraio. L’Inter batte la Juve ma non è finita. I nerazzurri possono vincere la Champions. De Laurentiis licenzia, ma sempre in ritardo

Blob Calcio 2024: il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di febbraio.

Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di febbraio.

Ezequiel Schelotto: «Alcaraz? Tra Marchisio e De Paul. Dà il meglio da mezzala destra: punta la zona gol e tira da lontano. Le sue qualità principali: gioca la palla con entrambi i piedi e lotta. É il giocatore che serviva per lottare per lo scudetto? Direi proprio di sì».


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Aldo Serena: «L’Inter è più forte solo a centrocampo. La Juve non mollerà mai».

Arrigo Sacchi: «La Juve è questa. Dietro sono forti, hanno muscoli e potenza. Hanno aspettato e cercato di chiudere gli spazi. Poi, nel secondo tempo, hanno provato a pareggiare, si sono impegnati, ma la superiorità dell’Inter mi è parsa evidente. I nerazzurri hanno qualcosa in più, inutile negarlo».

Paolo Belli: «Noi juventini non abbiamo pazienza. Forse perché siamo abituati a vedere squadroni e campioni, ma questa volta nessuno ha comprato Platini, Zidane o Nedved. Quindi, ogni tanto, penso che il suo “Calma Calma” che rivolge ai giocatori durante la partita dovrebbe essere anche rivolto ai tifosi, perché ci vorrebbe un po’ più di pazienza».

Diego Milito: «Sì, vedo questa “ossessione” per il campionato ed è anche normale perché questo titolo è speciale, storico. Ma l’Inter deve giocare al massimo in ogni competizione: ha tutto per arrivare in fondo anche in Europa».

Luciano Spalletti: «L’Inter può vincere la Champions? Sì, perché ha tutto: gioco, equilibrio, compattezza, maturità, unità di intenti. Tutti si aiutano, non vedi atteggiamenti sbagliati, gesti di stizza dopo un cambio o un errore. Sono una squadra. Si allenano bene e in mezzo al campo sono fortissimi».

Domenico Morfeo: «Giocano bene. Anzi: molto bene. Mi impressiona la qualità di palleggio dei centrocampisti. E mi piace moltissimo Lautaro: sa smarcarsi, sa dettare i tempi dell’azione e sa anche partecipare al gioco della squadra»

Nahuel Molina: «Sì, ma i numeri dicono una cosa e il campo un’altra: queste sono partite speciali che fanno storia a sé e vivono di vita propria. É chiaro che non è bello avere perso tante volte, ma siamo sulla buona strada. Dobbiamo alzare il livello e dopo due sconfitte consecutive sabato l’abbiamo fatto, vincendo 5-0 contro il Las Palmas che ci aveva battuto. Ora inizia un ottavo di Champions: tutti la vogliono vincere e per questo andiamo a San Siro con energie rinnovate e raddoppiate»

Aurelio De Laurentiis: «Se avessi subito mandato a casa Garcia, la piazza cosa avrebbe detto? Quando mi ha ascoltato, come a Lecce, abbiamo vinto 4-0. L’ho mandato via perché contro l’Empoli gli dissi che aveva sbagliato la formazione. Gliel’ho detto pure nell’intervallo: ma tu vuoi farti cacciare?».

Maurizio De Giovanni: «Mazzarri andava esonerato prima, non c’era identità di gioco».Pepe Reina: «Un attimo. Kvara ha 23 anni ed è più fatto, più formato fisicamente, mentre Yamal ne ha 16: sarà un fuoriclasse spettacolare ma diamogli tempo, anche se nel Barça oggi è quello che incide di più».

Marco Simone: «Io ho sempre giocato da seconda punta, però dopo il ritiro di Van Basten diventai centravanti e segnai 21 gol, mai così tanti in una stagione al Milan. Un tentativo con Rafa Leao, in effetti…».

Gianfranco Zola: «Potrebbe allenare di più il tiro da fuori. Con una potenza come la sua Loftus-Cheek può arrivare più spesso alla conclusione dalla distanza. Aggiungerebbe anche questi gol al repertorio: oggi segna di più con incursioni, liberandosi con il dribbling o facendo leva sulla fisicità. Il tiro da fuori però è un gesto tecnico di base, può fare meglio».

Joshua Zirkzee: «Sì. Sapere di essere nelle mani di Dio mi dà pace, è confortante. Qualsiasi cosa accadrà sai che c’è un disegno più grande per te. Sono felice».

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