Calcio e Finanza
·22 febbraio 2024
Calcio e Finanza
·22 febbraio 2024
Dopo mesi di trattative e incontri fra i legali di parte, sembra essere arrivato al rettilineo finale l’accordo fra gli eredi di Leonardo Del Vecchio per quanto riguarda il nuovo riassetto di Delfin, la cassaforte della famiglia fondata dall’imprenditore deceduto a giugno 2022.
Come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, lo schema di intesa della società lussemburghese è ormai definitivo, passaggio funzionale all’accettazione definitiva del testamento. Nell’ambito del confronto interno alcuni eredi avrebbero richiesto di disciplinare in modo puntuale nello statuto il processo di liquidazione della quota da parte degli azionisti. Condizioni che porterebbero un cambiamento rilevante all’interno di Delfin.
Un lungo confronto tra gli otto eredi (i figli Claudio, Paola, Marisa, Leonardo Maria, Luca e Clemente e la moglie Nicoletta Zampillo, insieme al primo figlio di lei, Rocco Basilico) avrebbe portato all’intenzione di modificare il sistema di governance delineato dallo stesso Leonardo Del Vecchio nel testamento, convincendo alla fine anche Marisa, che sembrava essere quella più contraria alla possibilità di non seguire alla lettera le ultime volontà del fondatore di Luxottica.
Inoltre, sarebbe allo studio l’inserimento nello statuto della previsione da parte dei soci di poter liquidare parzialmente o completamente il loro pacchetto azionario secondo una tempistica e modalità disciplinate in modo puntuale. A spingere per questa soluzione, sarebbe Rocco Basilico. Anche se non è da scartare la possibilità che siano più eredi a volere questa possibilità.
L’inserimento della clausola di liquidazione, peraltro giudicata da alcuni osservatori sostenibile per una finanziaria come quella a capo dell’impero Essilor Luxottica, avrebbe sicuramente il vantaggio di ricostruire una struttura proprietaria più allineata in partenza, permettendo di procedere con un percorso più regolare rispetto alle varie fasi di stallo attraversate dopo la morte del fondatore.
Gli eredi sono titolari, al momento, del 12,5% di Delfin a testa e avrebbero così la possibilità di monetizzare un pacchetto azionario che nella sua interezza ha superato a oggi i 4 miliardi di euro. Oltre alla disciplina della liquidazione, l’accordo sull’eredità Del Vecchio punta a rivedere un punto cardine dello statuto di Delfin, ovvero la durata del mandato del Consiglio di Amministrazione della finanziaria a capo di EssilorLuxottica (32%), Mediobanca (20%) e Generali (10%).
L’attuale governance della finanziaria prevede infatti che il CdA abbia una completa autonomia e indipendenza dalla proprietà di Delfin. Composto da cinque persone guidate da Francesco Milleri, il board è a vita e una modifica a questa clausola potrebbe avvenire solo con l’unanimità degli otto eredi. La modifica su cui si starebbe lavorando andrebbe di fatto a far cadere questa sovranità assoluta del Consiglio di Amministrazione, individuando una durata del mandato al CdA che dovrebbe essere di quattro anni. Milleri, comunque, dovrebbe essere confermato alla guida di Delfin e Essilor Luxottica.
Infine, la questione sui dividendi. L’attuale governance stabilisce che sia necessaria una maggioranza qualificata per alzare l’asticella degli utili distribuibili, il cui ammontare minimo è fissato al 10%. La volontà sarebbe quella di di profitti da distribuire intorno al 30%.