Calcionews24
·17 marzo 2025
Juve, Vaciago: «Qualcosa si è rotto, ora serve serietà, ieri l’unica cosa autentica bianconera era questa!»

Calcionews24
·17 marzo 2025
Duro editoriale di Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, dopo il ko della Juve a Firenze: un’analisi a 360° del momento difficile dei bianconeri. Di seguito le sue parole.
SCONFITTA A FIRENZE – «A Firenze qualcosa si è definitivamente rotto. Quanto sia rischioso provare ad aggiustarlo nelle ultime nove cruciali partite che decidono la qualificazione in Champions, o quanto lo sia invece proseguire con Motta, è la prima decisione da prendere per far rinascere la Juventus. In questo momento, la Juve non c’è più. Niente di melodrammatico, solo una constatazione, avvalorata anche da chi ha giocato 705 partite e segnato 290 gol, come Del Piero. La mancanza di anima e agonismo vista ieri non ha traccia del DNA bianconero».
PRECEDENTI – «Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che la Juventus si trova nella condizione di dover risorgere. E chi conosce la storia, sa che ci riuscirà anche stavolta. Le statistiche regalano un ricorso incoraggiante, a cui la gente bianconera può aggrapparsi per risollevare l’umore. Solo altre due volte la Juventus aveva perso due partite di fila con più di tre gol di scarto: nel 1956-57 con Sandro Puppo e nel 2010-11 con Luigi Del Neri. Due stagioni nere a cui seguirono immediatamente il ciclo di Charles e Sivori, una delle Juventus più belle di sempre, e il ciclo dei nove scudetti di Andrea Agnelli».
CAMBIO DIREZIONE – «La Juventus può rinascere. La Juventus deve rinascere. Adesso l’obiettivo è salvare il quarto posto. Poi, ripensare alla costruzione della rosa senza sottovalutare l’esperienza e senza sbagliare i grandi colpi. Infine, scegliere l’uomo giusto per guidarla. La sconcertante formazione con gli ennesimi stravolgimenti di ruolo e gli incomprensibili cambi di ieri pomeriggio consegnano l’immagine di un Thiago Motta disorientato e disorientante. Impossibile giudicare le sue idee calcistiche, perché i primi a non capirle sono i giocatori: spaesati, confusi, inermi».
CONNESSIONE TRA MOTTA E LA SQUADRA – «Come si può riconnettere l’allenatore alla squadra? Non è immaginabile, perché tutto ciò che si vede è un gruppo allo sbando. Dopo l’eliminazione con il PSV, in cui almeno c’era un barlume di agonismo, la Juve si è arresa alle riserve dell’Empoli in Coppa Italia e si è liquefatta contro Atalanta e Fiorentina».
DIVISIONE DELLE COLPE – «Ovviamente non è solo colpa di Thiago Motta. Un tracollo sportivo di questa portata ha sempre motivi più complessi. Se Motta ha responsabilità importanti per come la sua Juventus sta naufragando, è indubbio che anche i giocatori e la società abbiano la loro quota di colpe in questa stagione. Già la sconfitta con l’Atalanta aveva innescato una riflessione interna. La debacle di ieri intensificherà l’analisi degli errori, perché solo da uno spietato esame di coscienza può scoccare la resurrezione di cui sopra».
COME RICOMINCIARE – «Sono cinque anni che la Juventus insegue se stessa senza trovarsi, salvo specchiarsi fugacemente in due Coppe Italia e una Supercoppa. Si sono alternati dirigenti, allenatori e giocatori, ma oggi si è toccato il punto più basso del difficile e lungo fine ciclo iniziato nel 2020, un ciclo che ha stratificato errori e omissioni. Qualche mossa azzeccata c’è stata, ma spesso è stata dispersa dai vari azzeramenti che si sono susseguiti. Oggi più che mai serve capire gli errori per non ripeterli, non trovare capri espiatori da giustiziare. La Juve deve ricominciare con serietà, applicazione, senso del dovere e lealtà nei confronti dei tifosi».
FOTOGRAFIA DA FIRENZE – «Ieri a Firenze, alla fine, c’era un solo tifoso solitario con la sciarpa bianconera al collo, circondato da un deserto di seggiolini. Iconico, nella fotografia che ha immortalato la resistenza della sua fede. Forse era l’unico autentico pezzo di Juve presente al Franchi».