Kickest
·11 marzo 2025
Kolasinac è diventato un fattore in ogni zona del campo

Kickest
·11 marzo 2025
Il roboante 0-4 dello Stadium è lo specchio di un’Atalanta esagerata, che riesce a rendere eccezionali anche le giocate dei suoi interpreti più “normali”. Il pensiero va sicuramente a Zappacosta, De Roon e soprattutto Sead Kolašinac: quest’ultimo – oltre all’esperienza e la solidità apportate alla linea difensiva, insieme all’innata cattiveria con cui fronteggia il diretto marcatore – si sta rivelando un fattore anche in fase offensiva: le apparizioni sempre più frequenti nell’area avversaria e le sovrapposizioni costanti sono l’emblema di un sistema che riesce a estrarre il meglio (e forse anche qualcosa in più) dai suoi interpreti.
Una carriera da working class hero, costruita sul sudore della maglia e su uno stile difensivo arcigno e burbero, smentita da un colpo di tacco delicatissimo, da fare invidia ai più fini fantasisti per tempi e tecnica d’esecuzione. È stato sicuramente questo il momento più alto della partita di Sead Kolašinac: una giocata di pura classe a impreziosire la solita prova imperturbabile in termini di aggressività e recupero alto del pallone.
Quando si accoppia con il diretto marcatore, è insuperabile: a questa solidità nei duelli a tutto campo – vero e proprio mantra del Gasp – ha aggiunto una capacità di conduzione palla al piede che lo porta a rendersi spesso pericoloso nell’area avversaria. Le 2.71 conduzioni nell’ultimo terzo di campo ogni 90’ (dato più alto in carriera) sono sintomo di un braccetto sempre più coinvolto nella manovra offensiva, che non si limita al recupero ma si proietta in avanti come in occasione dell’assist a Zappacosta. Una stagione nel complesso eccellente, quella del 31enne bosniaco, giocatore che sembrava aver raggiunto l’apice della maturazione: sembrava, perché sulla sua strada non aveva ancora incontrato Gasperini, che lo ha migliorato ulteriormente in tutti gli aspetti del suo gioco.