Calcio e Finanza
·4 settembre 2024
Calcio e Finanza
·4 settembre 2024
Esiste un legame diretto tra Roma e Riyad, alimentato da interessi economici e commerciali che si estendono dallo sponsor alle partite amichevoli, dal calciomercato fino al nuovo stadio a Pietralata. E chissà, in futuro potrebbe anche includere la maggioranza del club posseduto dai Friedkin. Da due anni l’Arabia Saudita mostra un forte interesse per Trigoria, iniettando capitali freschi nelle casse della Roma e costruendo una solida alleanza con il club e la dirigenza giallorossa.
Come riporta l’edizione odierna del La Repubblica, la collaborazione ha preso ufficialmente il via nell’ottobre del 2023 con l’arrivo dello sponsor Riyadh Season, che garantisce alla Roma 25 milioni di euro a stagione in cambio della visibilità del marchio arabo sulle maglie del club. Riyadh Season è un’organizzazione governativa saudita che promuove eventi culturali e sportivi, e l’accordo è stato siglato al Saudi Village, a Villa Borghese, tra l’amministratrice delegata Lina Souloukou e Turki Alalshikh, presidente della General Entertainment Authority saudita. Questo avveniva pochi giorni dopo la competizione tra Roma e Riyad per l’Expo 2030, con conseguenti polemiche politiche e non solo.
L’accordo ha inoltre portato la Roma a disputare un’amichevole contro l’Al-Shabab lo scorso gennaio, nel bel mezzo della stagione sportiva. Se lo sponsor ha rappresentato la porta d’ingresso nel mercato italiano, il recente calciomercato ha ulteriormente consolidato i legami tra la Roma e il governo saudita. Nell’estate scorsa è stato concluso l’affare Ibanez, ceduto all’Al-Ahli per 31,5 milioni di euro. Quest’anno si sono aggiunti i trasferimenti di Aouar (12 milioni dall’Al-Ittihad), Joao Costa (9 milioni dall’Al-Ettifaq) e Smalling, passato all’Al-Fayha.
Il fondo sovrano arabo PIF aveva anche tentato di intervenire per i trasferimenti di Oliveras e, soprattutto, di Dybala, con un’offerta faraonica dall’Al-Qadsiah. Tuttavia, il rifiuto dell’argentino ha fatto saltare l’accordo, che è stato poi compensato dall’acquisto di Abdulhamid, un talento del calcio arabo destinato a mettersi in mostra sulla scena europea. Queste operazioni di mercato, tuttavia, sono marginali rispetto al grande progetto di acquisizione della società. Lo scorso febbraio i Friedkin hanno smentito le voci di una cessione imminente del club, ma da mesi circolano con insistenza due nomi: il fondo PIF, tesoro del regno saudita, e Turki Alalshikh, lo stesso che ha siglato l’accordo di sponsorizzazione.
Il finale di questa vicenda è ancora tutto da scrivere, con cifre che continuano a circolare attorno a Trigoria: 900 milioni subito, con un’ulteriore clausola da 300 milioni attivabile se e quando il Campidoglio darà il via libera definitivo al progetto del nuovo stadio della Roma. Questo è l’altro grande tema legato alla collaborazione con l’Arabia Saudita. Se non saranno proprietari, i sauditi potrebbero comunque essere gli investitori chiave in un progetto da centinaia di milioni di euro.
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