Zerocinquantuno
·31 de dezembro de 2024
Zerocinquantuno
·31 de dezembro de 2024
Skorupski 8 – Un anno e mezzo fa poteva andare in Arabia, poi ha scelto di restare dove il calcio ha ancora un barlume di senso. Come il vino, migliora invecchiando: sempre meno incertezze, sempre più interventi decisivi. Portiere da Champions. Ravaglia 7 – Non è mai facile essere profeti in patria. Lui ci è riuscito sfruttando ogni occasione e non facendosi influenzare dalle giornate storte (vedi il suo debutto in A, nel 2020, quando incassò 5 gol in un colpo solo). Alter ego affidabile di Skorupski, forse suo prossimo erede.
Beukema 8 – Le sue granitiche prestazioni l’hanno reso via via un autentico intoccabile. Perno fondamentale in campo e fuori, parlando perfettamente olandese, italiano e inglese, speriamo non spagnolo (Real e Atletico possono attendere). Calafiori 8 – Il miglior giocatore della passata stagione, purtroppo per noi una meteora. Imperiali e imperiose la sue corse palla al piede. Ci mancherà. E forse passerà un po’ di tempo prima di rivedere un gigante del genere da queste parti. Lucumí 7,5 – Alterna prove da autentico fuoriclasse a qualche deleterio blackout con la palla fra i piedi. Andando verso i 27 anni dovrà eliminarli, se intende spiccare definitivamente il volo. De Silvestri 6,5 – Una presenza discreta, che nello spogliatoio serve come il pane. Ragazzo d’oro, professionista esemplare e talismano, ha accettato un ruolo da comprimario (rinunciando alla Champions) per onorare squadra e città. Kristiansen 6,5 – Una buon stagione in prestito dal Leicester, crescendo proprio nel 2024, ma troppo caro il prezzo del riscatto. Ora in Premier gioca sì e no, e viene da pensare che forse un accordo per la sua permanenza avrebbe giovato a tutti. Holm 6 – Pronti via, si fa fuori da solo durante il ritiro. Rientra quando il gruppo è già formato, ma pian piano ha la forza di andarsi a prendere una maglia da titolare. Lykogiannis 6 – La classe operaia va anche in Champions League. Buon corridore di fascia dal mancino educato, senza acuti esagerati. Ma la sua applicazione è sempre esemplare. Miranda 6 – Tre assist che non vengono dal nulla, bensì da corse e letture delle azioni degne di un grande terzino, almeno in potenza. La fase difensiva, però, non è ancora da oro olimpico. Posch 6 – Meglio il primo semestre del secondo, seppur non sullo stesso piano del primo campionato in rossoblù. Un po’ spaventato dalla Champions, urge una scossa. Casale 5,5 – Il suo arrivo in extremis, da apparente ripiego del ripiego, non l’ha certo aiutato. La pesante eredità di Calafiori neppure. Ragazzo serio e applicato, deve finire di smaltire la ruggine psicofisica accumulata a Roma. Erlic s.v. – Un discreto debutto, poi gli infortuni e la forza dei titolarissimi hanno preso il sopravvento. Probabilmente dovrà rifarsi altrove.
Ferguson 8 – Senza dubbio il trascinatore della cavalcata Champions e uno dei simboli del nuovo corso attuale, pur cominciando ai margini. In mezzo un infortunio lunghissimo, dal quale si è ripreso con esemplare forza d’animo. Capitano vero. Freuler 8 – Ci ha abituato talmente bene che ormai lo diamo per scontato, sapendo che lui c’è sempre, si tratti di gestire con saggezza un possesso o sporcare una traiettoria altrui. Cambiano allenatori e compagni, lui resta il sole attorno a cui ruota il pianeta BFC. Fabbian 7 – Smanioso e turbolento, quando entra in campo crea sempre pericoli per gli avversari. E segna spesso (6 gol, tutti pesanti). Deve un po’ scucirsi l’etichetta di cambio da ultima mezzora. Perché i numeri li ha eccome. Aebischer 6,5 – Sarà lui il nuovo Freuler? Lo scopriremo dopo che verrà congedato dall’infermeria. I numeri collezionati fin qui, con poca appariscenza e tanta sostanza, fanno ben sperare. El Azzouzi 6,5 – Ne parliamo solo al passato prossimo, perché in questa stagione non l’abbiamo ancora visto causa infortunio. Memorabile il suo gol in semirovesciata alla Roma. Usato col contagocce, ha reso più di quello che si poteva sperare. Urbanski 6,5 – Un gioiellino verosimilmente destinato a brillare altrove. Reclama spazio, a Bologna nel suo ruolo ce n’è oggettivamente poco. Peccato. Moro 6 – Ancora avvolto nel mistero. Soffre la sovrabbondanza che c’è in mediana, eppure le doti non gli mancano. Certo, con un Freuler così davanti, dove vuoi andare? Pobega 6 – Avvio al rallentatore, la ‘follia’ dell’Olimpico come apparente pietra tombale, 3 reti in fila unite a prestazioni convincenti per ripartire. Prima di un’altra sciocchezza, pur ingigantita da un arbitro pessimo. Equilibrio cercasi.
Zirkzee 8 – La sua esplosione e quella del Bologna sono andate di pari passo. Partito Arnautovic, ha zittito gli scettici caricandosi la squadra sulle spalle e sfoderando colpi in stile Baggio. Unico neo: via troppo presto per abbracciare una big derelitta, dimostrando che non è sempre un bene farsi sedurre dalle prime sirene. Orsolini 8 – Cresce a vista d’occhio il suo peso specifico dentro una squadra (e di un ambiente) dove ormai è di casa. Crescono gol e giocate, crescono concretezza e maturità. Solo a Coverciano non sembrano accorgersene. Castro 7 – È presto per sapere se diventerà un campione. Intanto ha già bruciato diverse tappe. Il tatuaggio della Maratona, impresso dopo pochi mesi, faceva già capire molto. Gol e generosità, con un po’ di chili in più sarà un bel problema fermarlo. Ndoye 7 – Atleta straripante, calciatore (proprio in termini di gesto tecnico) migliorabile. In tal senso, questa parte finale d’anno condita da 3 reti fa ben sperare. Solo gli infortuni sono riusciti ad arginare, a tratti, la sua corsa, arma micidiale e pressoché irrinunciabile. Odgaard 7 – Nato a due passi dal castello di Amleto, a noi ha tolto ogni dubbio: se continua così, può diventare un giocatore capace di fare sempre la differenza. Duttilità, qualità, forza e senso del gol: c’è del buono in Danimarca. Saelemaekers 7 – Una trentina di presenze e 4 reti molto importanti. Troppo poco citato nella lista dei rimpianti, il jolly belga avrebbe fatto comodo anche adesso. Altalenante sì, ma decisivo negli appuntamenti clou. Dominguez 6 – Protetto e coccolato lontano dai riflettori, una volta gettato nella mischia l’angioletto argentino ha iniziato subito a sporcarsi la faccia. E dopo ieri sera verrebbe già da alzargli il voto. Lo faremo nel 2025, nessun dubbio. Dallinga 5,5 – Non basta certo il gol di Torino per dire se quei 15 milioni sono stati spesi a segno oppure no. Ma almeno è un piccolo segnale. Che non cancella decine di apparizioni in cui l’olandese è sembrato più spaesato che utile. Coraggio. Iling-Junior 5,5 – Tanto fumo e poco arrosto, per ora. Una gemma a Como e qualche bella serpentina in fascia, senza mai convincere a pieno. Prestato senza grosse remore dall’Aston Villa, potrebbe già tornare alla base. Karlsson 5 – Un solo centro e la sensazione di essere di fronte ad un altro Skov Olsen. Talento da vendere, ma a chi? Abbiamo trovato uno dei pochi svedesi più leziosi che pragmatici. Peccato (e 11 milioni buttati). Cambiaghi s.v. – Sfortuna micidiale, rompersi il crociato prima che attacchino le danze. Ancora tutto da dimostrare, ma dalla sua ha la piena fiducia dell’intera area tecnica. Speriamo che la rabbia gli sia da benzina.
Motta 8 – Avrebbe meritato 9, ma al conto finale mancano l’ultimo quarto d’ora contro la Juventus e il match di Genova, che se gestiti meglio avrebbero potuto regalare un piazzamento ancor più prestigioso. Ma in realtà è la gestione del suo addio (senza un vero saluto, senza una parola minimamente empatica nei confronti di piazza e club) a lasciare l’amaro in bocca. Rimane però uno degli allenatori più importanti della storia rossoblù, forse non solo recente. E la storia non si cancella. Italiano 7 – Non era facile raccogliere il Bologna dei sogni e, cinque mesi dopo, tenerli ancora in vita (Coppa Italia inclusa). Saputo gli aveva chiesto di non disperdere l’entusiasmo e mantenersi in zona Europa. Lui, con coraggio e impegno, ci sta riuscendo, nonostante una Champions tosta e sfortunata.
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