Inter-News.it
·03 de fevereiro de 2025
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Milan-Inter non si trasforma in una festa nerazzurra ma almeno rovina quella rossonera, anche grazie alla novità Zalewski. Inzaghi deve accontentarsi di un punto. Nella rubrica “Day After” di Inter-News.it analizziamo la situazione post-match in tre punti ben dettagliati. Di seguito l’episodio dopo la 23ª giornata di Serie A
MILANO – Inizia il febbraio 2025 da incubo per l’Inter di Simone Inzaghi, che non va oltre il pareggio in “casa” del Milan di Sergio Conceicao, riacciuffato solo nei minuti di recupero. Un punto che non serve a consolidare il secondo posto in Serie A, confermato a quota 51 punti, sempre alle spalle del Napoli (54) capolista. Sempre meglio dei cugini rossoneri, fermi all’ottavo posto con appena 35 punti. Entrambe con una partita da recuperare ma Fiorentina-Inter è finalmente in calendario come prossimo impegno per tenere l’aggancio in vetta. Analizziamo Milan-Inter (1-1) di Serie A in tre punti.
Simone Inzaghi si dispera in panchina durante Inter-Milan di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/nter-News.it ©)
1. SCONTRO DIRETTO – L’Inter arriva all’appuntamento con tutti i favori del pronostico. Non tanto per “vendicare” la sconfitta dell’andata (finora l’unica in campionato, ndr) e soprattutto quella in Finale di Supercoppa Italiana a Riad (Arabia Saudita). Più che altro perché, dopo aver chiuso la pratica Monaco e la qualificazione nella Top-8 di UEFA Champions League in nemmeno un quarto d’ora a Milano, giocando in superiorità numerica, ha l’umore ideale per ribadire il proprio ruolo da protagonista in Serie A. Tutto l’opposto del Milan, che nel mercoledì internazionale gioca a Zagabria (Croazia), in inferiorità numerica per oltre un tempo, perde malamente ed è costretta ai Play-Off (andata e ritorno!) di febbraio. Due situazioni opposte. Inzaghi può preparare la partita meglio del collega Sergio Conceicao, schierando l’Inter dei titolarissimi contro un Milan leggermente rimaneggiato. In teoria… Morale della storia: ogni partita deve essere giocata, senza calcoli. E uno scontro diretto come Milan-Inter non può avere né favoriti né pronostici.
Sergio Conceicao in Inter-Porto di Champions League (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
2. PUNTI PERSI – L’Inter scende in campo per fare la partita. La sua partita. Come ogni partita. Nello stile di Inzaghi, quindi senza pretattica. Infatti non si notano differenze in base al tipo di avversario né al tipo di partita. E dopo il terzo Derby di Milano stagionale il bicchiere non può che essere mezzo vuoto. L’Inter di Inzaghi ha tutte le carte in regola per battere il Milan di Sergio Conceicao e invece si complica la vita. Al di là degli episodi sfavorevoli (anche quelli arbitrali…), la squadra nerazzurra crea tanto ma senza concretizzare e sbaglia clamorosamente facendosi trovare impreparata alla prima sbavatura. L’1-0 di Tijjani Reijnders prima dell’intervallo è un regalo. Il pareggio di Stefan de Vrij in pieno recupero evita un’altra insopportabile sconfitta nella stracittadina ma c’è poco da festeggiare: quelli di Milan-Inter sono due punti persi per chi punta seriamente allo Scudetto e uno guadagnato per chi cerca disperatamente il piazzamento in Champions League. Riflessione da fare.
Stefan de Vrij in azione durante Inter-Arsenal di Champions League (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
3. PROBLEMI NOTI – Analizzare uno o più errori è compito dell’allenatore ma anche della dirigenza. Tornando indietro magari Inzaghi rinuncerebbe al grande ex Hakan Calhanoglu, che dopo lo stop prolungato non è nelle condizioni di essere subito protagonista in positivo. E infatti lo è in negativo… Inzaghi decide di non affidarsi al giovane Kristjan Asllani in cabina di regia. Così come nel finale rinuncia a utilizzare gli attaccanti, seduti comodamente in panchina, per andare alla disperata ricerca del gol. Nessuna disperazione e nemmeno un piano alternativo. I soliti cambi ruolo per ruolo presentano una novità. Si chiama Nicola Zalewski, che entra a San Siro e – dopo una serie di tentativi, errori compresi – trova l’assist geniale per l’1-1 finale. Il quinto cambio, quello che non può nemmeno essere pensato né preparato in allenamento, risolve la partita ed evita la sconfitta. All’Inter di Inzaghi, a calciomercato aperto, manca sempre qualcosa. In panchina mancano un centravanti credibile, un regista affidabile e un centrale sano, in generale manca un piano alternativo per riprendere il controllo di una partita che sta andando su altri binari. E poi c’è lui: Zalewski è l’incoscienza che diventa coscienza. Coscienza che l’1-1 non può bastare a questa Inter e che si può ancora migliorare, correggendosi prima che sia troppo tardi.
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